Sono all'interno di un ambiente circolare, mi guardo attorno, non riconosco nulla di quello che mi circonda: da quello che posso vedere sono dentro una sala che deve far parte di una miniera di qualche tipo anche se piuttosto bizzarra: sparsi per la sala ci sono 3 coppie di binari con altrettanti carrelli trasportatori. Solo che i binari non arrivano da nessun tipo di tunnel, o via. C'è un'unica altra via di ingresso - uscita, che porta ad un corridoio dalla parte opposta da dove mi trovo.
Non ha senso! I binari sono semplicemente stati montati in mezzo a quest'ambiente, ma sono completamente inutili!
Apparantemente sono solo

"Per le corna di
Asmodeus
", penso, " come sono arrivato qui. Ma sopratutto dov'è 'qui' "

Inizio ad ispezionare la sala in cui mi trovo mio malgrado, mi sento piuttosto sospettoso di conseguenza mi muovo in modo molto accorto: qualcuno direbbe che tendo a pensare troppo, che tendo ad essere paranoico. Ma tutta questa situazione di sicuro non aiuta. La camera non ha "finestre" naturali o fori da cui far entrare la luce, ma non è buia: viene illuminata dalla natuale fluorescenza di alcuni cristalli.
Ispeziono con molta cautela i carrelli, un paio sono pieni di sabbia, un altro è completamente vuoto. Quando sono nelle vicinanze dei carreli posti al centro dalla camera, qualcosa attira all'improvviso la mia attenzione e scopro di NON essere solo. Fino a quel momento non avevo visto niente e nessuno, ma fortunamente riesco ad evitare il doloro abbraccio di una creatura dall'aspetto piuttosto sgradevole che odora di muffa! Mi preparo ad ingaggiare battaglia, e capisco perchè fino a quel momento non mi ero accorto della sua presenza, la sua pelle lo dota di una naturale difesa di tipo mimetico, rendendone insidioso visualizzarlo, riconosco quell'essere come uno strangolatore delle caverne. Riesco a sbarazzarmi dell'aggressore senza riportare troppe ferite, il che è un bene visto che mi trovo in un'ambiente sconosciuto e visto l'incontro da considerarsi ostile.
Avanzo con molta cautela lungo l'unico corridoio che esce dalla sala, vista la naturale predisposizione al mimetismo del mio aggressore, devo presumere che possano essercene degli altri e un eventuale assalto in gruppo sarebbe a dir poco: "problematico".
Dopo una trentina di metri circa arrivo in un ambiente piccolo, da cui è possibile vedere il cielo: un cascata di acqua fangosa, posta a crica un metro e mezza di altezza, alimenta un pozza che di fatto occupa buona parte della superficie di questo pozzo naturale. L'acqua del laghetto è torbida, non riesco a scorgerne il fondo, così pur rimanendo a distanza tento di vedere eventuali segni di vita.
Niente, all'apparenza non c'è niente.
Dal suo alloggiamento di fortuna, sfilo il bastone ferrato, e con cautela lo utilizzo come sonda per capire quanto possa essere profondo il cumulo di acqua fangosa. Nelle immediate vicinanze del bordo il laghetto sembra non essere più profondo di un metro circa, ma verso il centro il bastone tende ad affondare...meglio non rieschiare di perderlo! Scalo il bordo del pozzo e con un pò di fortuna riesco a non cadere dentro la pozza, ed è allora che noto il colore del cielo. Pallido, senza sole, come se ci fosse un'ombra, una nebbia, che filtrasse la luce solare.
Mi rimetto in marcia e poco dopo mi ritrovo comunque con in piedi in acqua! Probabilmente qualcuno mi sta "suggerendo" un bagno.
Sono finito in mezzo ad una palude, con l'acqua che arriva fino al ginocchio e la visuale coperta da un leggero strato di nebbia. Un buon posto per tendere un'imboscata!
Avanzo di una ventina di metri poi devo scegliere destra o sinistra: la vegetazione è troppo fitta per passarci attraverso, è come se la boscaglia mi stesse invitando a scegliere dove andare.
Senza una ragione precisa selgo destra e continuo la mia marcia verso non si sa cosa! Poco dopo, di fronte a me, vedo emergere dalla palude un piccola collina, anzi un affioramento di terreno alto non più di due o tre metri. Su questo affioramento noto una serie di massi disposti secondo un ordine ben preciso. Formano dei centri concentrici al cui centro svetta un enorme
menhir.
Anche se non riesco ad identificarlo questo posto mi trasmette qualcosa, delle sensazioni, a cui, purtruppo, non riesco a dar loro un nome. Mentre sto ispezionando il masso centrale percepisco un movimento sfocato nella nebbia, ci vogliono alcuni istanti poi una figura emerge da essa. In una mano impugna un mazzafrusto nell'altra una spada corta; è sanguinante segno inequivocabile che anche lei ha ingaggiato battaglia contro qualcosa o qualcuno.
Cosa fare?
Mi accorgo che non ha ancora percepito la mia presenza, di conseguenza sfrutto la presenza dell'enorme massa di pietra e le mie facoltà di occultamento per mantenere questo vantaggio. Voglio capirne le intenzioni.
Protetto dalle ombre gli parlo: "chi sei?".
"Eowin è il mio nome" risponde, ma quel nome non mi dice nulla ed è in quel momento che noto che la figura femminile posta ad una distanza di non più di dieci metri da me non ha volto! Ci studiamo, con le parole e con gli occhi, o almeno è quello che faccio io, dato che sono sicuro di averli. La tengo sempre ad una certa distanza, in un corpo a corpo, contro una guerriera esperta non avrei possibilità alcuna, ma a distanza e con la copertura delle ombre la sfida è in equilibrio. Arriviamo ad una specie di accordo, e per dimostrarmi le sue buone intenzioni accetta di avanzare in ricognizione dandomi le spalle.
Ci incamminiamo, lei qualche passo davanti a me, in cerca di risposte, in quello che dovrebbe essere il Nord, ma nessuno di noi due, ne è sicuro quest'ambiente è troppo assurdo per poter dare certezze.
Dopo meno di venti minuti circa arriviamo ad una palizzata, al di là della quale la palude lascia spazio a quello che sembra un insediamento, solo che in vista non c'è nessuno! Entrambi ci muoviamo in modo accorto, in fondo stiamo entrando in casa di qualcuno, potremmo non essere i benvenuti. Non incrociamo anima viva: all'interno della recinzione le uniche cose degne di nota che troviamo sono due piattaforme rialzate dalle quali è possibile avere una visuale privilegiata da cui scrutare l'orizzonte.
Se si vedesse! La luce opaca e l'atmosfera limitano notevolmente il raggio di visuale, dalla postazione rialzata riusciamo a vedere il campo nella sua estensione ma poco altro. Il campo ha un solo passaggio di ingresso e uscita ed è completamente disabitato. Decidiamo di ripercorrere a ritroso la via che ci ha condotto qui ed una volta ritornati al
menhir
ce lo lasciamo alle spalle puntando in direzione opposta a quella del nostro secondo arrivo alla collina.
Dopo qualche tempo, il luogo ancora una volta riesce a sorprenderci. Arriviamo all'imboccatura di un tunnel fatto di ghiaccio! al cui interno, la via da percorrere è ricoperta di neve. Avanziamo con molta cautela sul sentiero innevato, fino ad arrivare in un specie di raccordo in cui arrivano altri tunnel, tutti fatti di ghiaccio.
Non riesco a contarli, non ho tempo, nell'attimo in cui sto per domandare ad Eowin dove andare, percepisco un forte dolore alla testa, come se mi avessero dato una randellata in fronte in mezzo alle corna, anche se davanti a me non vedo nulla. Cerco di riprendermi e dopo qualche istante vedo un movimento sfocato che attira la mia attenzione, sembra uno spettro e non è solo: anche Eowin ha subito lo stesso trattamento. Riusciamo a difenderci alla meglio mentre cerchiamo di uscire dal quel luogo grottesco, raggiungendo uno dei tunnel che partono dalla sala. Purtroppo le sorprese non sono finite, così come i pericoli: una volta imboccato il primo tunnel che riusciamo a raggiungere iniziamo a dirigerci alla ceca alla ricerca di un luogo sicuro, senza avere la benchè minima nozione sul dove andare. Non ci accorgiamo che la via che stiamo percorrendo ha delle diramazioni laterali, così come non ci accorgiamo che non siamo soli. Eowin subisce la carica letale di un avversario che la coglie totalmente di sorpresa, lasciandola sul terreno.
Ancora una volta accade qualcosa di strano ed inaspettato: il corpo dell'avventuriera evapora, si dissolve di fronte ai miei occhi. Purtoppo non ho tempo per indagare ulteriormente, l'assalitore mi sta già puntando, ma con un'azione disperata riesco a bloccare la sua corsa, cosa che mi permette di tenerlo opportunamente a distanza. Noto che anche lui, come Eowin, non ha lineamenti, è un maschio ma non riesco a determinarne la razza o l'età. Posso solo immaginare che è un abile assalitore visto con quale facilità si è sbarazzato della donna. Una volta immobilizzato gli scoglio tutte le energie mistiche di cui dispongo, bersagliandolo di continuo per lasciargli spazio per organizzare una contro strategia.
Funziona, l'aggressore ustionato dalle mie fiamme mistiche svanisce sotto i miei occhi mentre gli sto lanciando addosso l'ennesimo incantesimo. Mentre il corpo si sta dissolvendo qualcos'altro inizia ad apparire.

"
Per i nove inferi
: sono esausto ho esaurito le mie risorse arcane nel combattimento, questa è la fine", penso.

Ancora una volta invece accade l'inaspettato: davanti a prende forma l'avatar di una divinità da lungo tempo dimenticata.
Ortic
. Le sue parole mi rinfrancano e mi rasserenano. Capisco che non ho più nulla da temere, che quest'avventura è giunta al suo termine anche se ancora ho molte domande da rivolgergli: tutto questo è stato uno sogno oppure una visione di ciò che accadrà in futuro?
O di quello che potrebbe accadere?
Se mi ha risposto non lo ricordo: come nei sogni le sue parole sono evaporate con il sorgere del sole.

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The Eye Indice
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