Superammo il centro della stanza contentente i resti dello sventurato adepto scuoiato: giungemmo così in una nuova saletta, una piccola zona di passaggio, la cui unica particolarità era il camino, oltre le due porte laterali posta una di fronte all'altra. Imboccammo la porta posta sulla parete sinistra, al di là di essa l'ennesimo corridoio si apriva per non più di dieci metri per poi terminare in sala priva di qualsiasi nota. Tranne per il fatto che ingaggiammo l'ennesima scaramuccia con tre non morti che emanavano un fetore nauseabondo, tale da ferire. Terminata lo battaglia tornammo ancora una volta sui nostri passi, oltrepassammo nuovamente la grande sala dal pavimento irregolare per ritrovarci, se la memoria non mi inganna, in un deposito, contenente alcuni scaffali. Ispezionammo il luogo ma senza trovare nulla che potesse essere di nostra utilità. Una volta terminato il sopralluogo, passammo alla stanza adiacente: visti gli attrezzi da lavoro riconoscemmo immediatamente la fucina del tempio, dove un'altra macabra sopresa ci attendeva: in una delle pareti, un cadavere era completamente fuso al muro come se fosse parte di esso. Quella che ci presentava davanti agli occhi, poteva essere considerata una scultura, anche se piuttosto bizzarra. Decidemmo di uscire piuttosto velocemente da quel luogo assurdo: dalla parte opposta all'ingresso vedemmo una seconda uscita. Percorremmo l'ennesimo corridoio che dopo qualche metro svoltava verso sinistra per ritrovarci in uno piccola stanza dove non trovammo altro che polvere, ma almeno era priva di pericoli e orrori.
Non essendoci altre sale che potessimo esplorare, ripercorremmo a ritroso le ultime visitate, la fucina ed il magazzino, fino a tornare nella grande sala dal pavimento deformato: da questa salimmo la scalinata che portava la piano superiore che ci permise di arrivare all'immensa sala principale del tempio. Il giorno precedente l'avevamo solo intravista e molto velocemente prima di intrattenerci con gli adepti del culto di Ortic. In questa grande sala, dalla forma quadrata, erano disposte due file di colonne e, dalla parte opposta rispetto all'ingresso principale, vi era una grande statua della divinità patrona del tempio, che puntava il suo indice verso il pavimento. Ci accorgemmo presto che quest'ultimo rispetto al giorno precedente non era più lucido ma tristemente opaco. Notammo inoltre che la cupola del soffitto non era particolarmente elaborata o decorata ma la volta del tempio attirò comunque le nostre attenzioni. Sul soffitto erano presenti una serie di centri concentrici, mantenuti sospesi da una serie di tiranti come a formare una bizzarra composizione architettonica illuminata da un'apertura nel centro della cupola che rappresentava l'unica via d'accesso per la luce verso l'interno dell'edificio. Poichè al nostro arrivo l'unica stanza che visistammo fu quella dove ci fu presentato Will, il gran sacerdote, decidemmo di scoprire cosa nascondevano le altre porte che vedevamo in questa sala. Con molta circospezione e costeggiando la parete, ci dirigemmo quindi verso la grande statua di Ortic, oltre quale potevamo intravedere la delle porte che volevamo aprire. Una volta varcata la porta ci trovammo in una piccola saletta quasi del tutto priva di nota ma al suo interno facemmo comuque un incontro alquanto singolare e potenzialmente letale: un omuncolo piuttosto tarchiato dalla pelle rossastra stava a sua volta ispezionando la stanzetta, per nulla intimorito dalla vista di cinque avventueri, ci salutò mettendo in bella mostra il proprio sorriso dai denti affilati. Alcuni di noi riconobbero quell'essere come una bestia di natura magica, o meglio un demone del massacro appartenente alla razza conosciuta col nome di evistro. Ingaggiammo praticamente da subito battaglia, che questa volta fu più violenta e feroce delle scaramucce a cui ci avevano sopposto le creature non morte, incontrate fino a quel momento. Fortunatamente la nostra superiorità numerica e con un poco di tattica riuscimmo ad avere la meglio di quel demone. Come trofeo di battaglia Runak amputò e tenne per sè uno dei letali artigli del demone che porterà sempre con sè nelle nostre avventure successive.

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