La seconda stanza, adiacente alla grande sala del tempio, si rivelerà essere fondamentale per la nostra fuga dal quel luogo oramai divenuto una vera e propria catacomba. Al di là della porta che collegava la grande sala alla stanza, trovammo quello che a tutti gli effetti era un dormitorio, preparato per poter ospitare quattro persone. Quattro letti e quattro bauli ai piedi di ogni letto, dove non trovammo altro che effetti personali, oltre a questo erano presenti un paio di tavoli con qualche sedia, segno che questa stanza, che si sviluppava in modo completamente adiacente alla sala pricipale, era sorvegliata con un certo riguardo. Da questa era possibile accedere ad uno stanzino secondario: in apparenza non vi era nulla da di più di qualche ripiano ma un attento esame rivelò un passaggio nascosto. Ben camuffato e mimetizzato dietro una finta parete dallo stanzino si poteva accedere ad una scala a chiocciola che portava al livello superiore della cupola. Una volta in cima ci trovammo in un ristretto camminamento protetto da un non troppo alto parapetto e, per velocizzare l'ispezione, ci dividiamo in due gruppi: Runak, Azrael e Midhir da una parte, Xorius e Eowin dall'altra. Sarà il primo gruppo a trovare quello che ci permetterà di uscire dal tempio: trovarono infatti una serie di leve che riuscimmo a capire governavano la posizione, e l'altezza delle lenti concentriche sospese sul soffitto. Dopo diversi tentativi e diverse imprecazioni Azrael riesce a capire come utilizzare correttamente il meccanismo di controllo, posizionando le lenti fino a formare il simbolo di Ortic! Questo allineamento permetterà alla luce entrante dal foro centrale della cupola, di rivelare ciò che fino ad allora era rimasto nascosto ad i nostri occhi.
Scolpito sul pavimento della grande sala, la luce concentrata dalle varie lenti, illuminò una serie di cerchi concentrici che, visti dall'alto, dipingevano il simbolo di Ortic. Appena i miei compagni capirono di aver manovrato correttamente il meccanismo di funi, si precipitarono di al piano sottostante in modo da tenere compatto il gruppo e dopo pochi istanti ci accorgemmo non solo che la gigantesca statua della divinità indicava esattamente al centro del simbolo scolpito nella pietra, ma proprio al centro del simbolo, per la seconda volta in due giorni, ci apparve una manifestazione luminosa di Ortic.

"Vi ringrazio per aver ripulito questo luogo dal tocco del male"

Queste furono le prime parole che ci rivolse l'avatar della divinità. Dal canto nostro presi da un misto di eccitazione e timore rivolgemmo un profondo inchino, seguito da diverse domande per tentare di capire meglio i pericoli che avevamo appena oltrepassato.

"Samon, con il suo rituale è riuscito solo a deformare la realtà e solo nelle vicinanze del rituale stesso. tramite il quale ha spostato le energie vitali delle tre entità coinvolte, Samon stesso, il Demone ed il pugnale maletto. L'intenzione originale di Samon era di spostare la sua essenza vitale nel pugnale, quella del pugnale nel demone e quella del demone nel suo corpo. Ma non aveva tenuto in considerazione la resistenza del demone ne tantomeno previsto che questi potesse invertire nuovamente le energie vitali coinvolte. Quello che infine Samon ha ottenuto è dunque che la propria essenza vitale è stata scambiata con quella del demone, quella del demone con l'energia del pugnale, e l'essenza del pugnale è scambiata con quella del demone. Questi è ancora in vita poichè il pugnale non è stato distrutto e la sua energia vitale ritrasferita ha consumanto quella di Samon che, di conseguenza, è rimasto solo con la maledizione trasformandolo nel lich che avete conosciuto col nome di Mutraxx.
Per fermarlo dovete invertire lo scambio delle energie viali e riportale allo stato originale!"

Prima di lasciare il nostro piano, in segno di ringraziamento, l'avatar di Ortic ci donò un un amuleto sacro raffigurante il proprio simbolo, che assieme alla mazza del sommo sacerdote Will, fu tenuto da Xorius.

...indietro
The Eye Indice
continua...