Le stanze successive che esplorammo erano relativamente semplici e trovammo poco più che polvere e qualche "ospite" di cui avremmo fatto volentieri a meno. La quarta stanza che visitammo era posta dietro la grande statua di Ortic, e non conteneva null'altro che un bauletto un tavolo ed un camino. Sebbene in seguito sarebbe stata letteralmente la "porta" di uscita, inizialmente non ci soffermammo troppo in questa sala.
Di seguito, posto sul lato Ovest della sala del rituale trovammo un deposito: in cui erano ammassati arredi e utensili sacri, candele, incensieri etc... quelli di noi che erano avvezzi a manipolare le forze arcane e / o divine, tenne per sè del materiale per celebrare rituali. Oltre ai vari materiali fummo infastiditi da una manciata di piccole creature che in seguito riconoscemmo come imp: questi diavoletti dispettosi ci attaccarono all'improvviso mentre erano completamente invisibili e, almeno inizialmente, fu piuttosto difficile riuscire a respingerli e disperderli. Comunque la loro presenza era la dimostrazione che uno, o più mortali, aveva tentato di ottenere del potere arcano: soprattutto questo qualcuno si era macchiato di azioni riprovevoli. Una volta sbarazzatici del fastidio dalle sembianze degli imp, rimase un'ultima stanza da visitare: si rivelò essere una libreria. Mentre Midhir, Azrael e Xorius, i più avvezzi alla magia, controllavano gli scritti, in cerca di qualche fonte che potesse aiutarci, Eowin e Runak continuarono ad ispezionare le stanze rimanenti. Si ritrovarono così ad oltrepassare una stanza intermedia che conteneva null'altro che un tavolo per arrivare poi ad una vecchia armeria. Dove fecero l'incontro di 2 spettri che movimentò nuovamente la nostra ricerca della via di fuga. I libri rinvenuti, dal gruppo rimasto indietro, trattavano per lo più culti religiosi, in alcuni casi erano dei manoscritti che confrontavano i dogmi di altri culti a quelli di Ortic. In altri furono trovati riferimenti al dito d'oro, riferimenti, che parlavano del dito che "indica la via". Un libro in particolare attirò la nostra attenzione in quanto parlava del tempio stesso nei tempi passati. Rivelava che in una delle stanze del tempio era edificato un
portale permanente
del quale era riportata una raffigurazione.
Dopo aver consultato il libro in questione, di comune accordo decidemmo di riposarci, dato che ormai erano diverse ore che esploravamo i vari ambienti di quel piano del tempio. A quanto potevamo capire avevamo passato in rassegna ormai tutte le stanze accessibili, di conseguenza potevamo permetterci di recuperare le nostre forze. Optammo di appartarci nella vecchia armeria che, per quanto piccola, era un luogo piuttosto semplice da sorvegliare e difendere, con un unico ingresso e quindi un'unica uscita.
L'indomani ricominciammo a consultare le informazioni inerenti il portale cercando di collegarle alla pergamena che avevamo trovato nello studio Midhir, che era preparato a celebrare rituali, suggerì di trovare un ambiente adatto per disegnare un portale come parte di tutto il procedimento. Scegliemmo quindi una stanza semplice quella in cui erano presenti il camino ed il baule. Midhir celebrò il rituale utilizzando la pergamena, riuscendo ad aprire un portale di passaggio: questa porta mistica rimase aperta solo qualche istante, ma più che sufficienti per tutti noi, per lasciare quel luogo maledetto. Una volta oltrepassato il portale, la stanza di arrivo era un ambiente ottagonale, dove su lato era presente una port e, su altro, un brevissimo corridoio che si biforcava in due.

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